I dati
Non mancano certo informazioni in merito ai dati relativi alla produzione, al consumo ed all’ importazione di soia nel mondo.
L’Unione Europea dipende per oltre il 90% dalle importazioni di soia che provengono dal resto del mondo, in particolare Brasile (46%) e Stati Uniti (31%), ed è una delle aree che consuma più soia a livello mondiale.
L’ Italia importa 3,4 milioni di tonnellate di soia ma è anche la nazione che coltiva quasi il 50% di questa coltura all’interno della Comunità Europea (320.000 ha nel 2016 secondo fonte Coceral) , raggiungendo ottimi standard qualitativi.
Il consumo si aggira attorno ai 61 kg pro capite l’anno misurati nell’Unione Europea, il 93% dei quali è in realtà un consumo “indiretto” dovuto ai mangimi per gli animali necessari per ottenere carne, pesce, uova, yogurt, ecc…(Fonte: Fediol, 2016).
La questione principale: sostenibilità o produzione?
A fronte di una richiesta di soia in continuo aumento, la sfida dell’agricoltura del futuro è quella della produzione di proteine sostenibili dalla soia, non solo per il consumo umano ma anche per alimentazione animale.
Ma che cosa significa “proteina sostenibile”? Sostenibile, in ambito ambientale, “è la capacità di mantenere nel futuro lo stesso livello di risorse naturali attuali”. Per l’imprenditore agricolo essere sostenibili, ed allo stesso tempo economicamente competitivi, comporta spesso un forte cambiamento del proprio modo di operare ma le tecnologie oggi disponibili nel mercato possono essere di grande aiuto.
Infatti, grazie a tutte le innovazioni applicabili in campo dalla semina alla raccolta (dall’ agricoltura di precisione alle mappe dettagliate del terreno, dai consigli in tempo reale per la miglior irrigazione alla mappatura delle produzioni) si possono ottenere più proteine con un uso molto più razionale delle risorse naturali, acqua e suolo in primis.
Tutto questo all’ interno di una filiera più sostenibile e molto più efficiente in ogni fase della produzione, dal campo alla tavola.